Le GIF animate esistono dal 1987, ma non sono mai state trendy come nel 2015 appena trascorso.
Ci ricordiamo tutti che, all’inizio, le GIF animate erano principalmente delle clipart che si muovevano a scatti, usate per abbellire (de gustibus…) le pagine web: in molti casi venivano usate anche come link ed erano, quindi, a tutti gli effetti parte dell’interfaccia.
Come una moda che ritorna, reinterpretata, a distanza di decenni, negli ultimi tempi abbiamo assistito a un interessante revival di questo formato (GIF è l’acronimo di Graphic Interchange Format), che è stato adottato dai social come un formidabile sistema di storytelling, sia per dare notizie che per esprimere emozioni o stati d’animo.
Le fotografie sono eccellenti strumenti per comunicare sul web, dove la comunicazione visuale funziona sempre; anche i video vengono guardati volentieri, a patto che siano di breve durata (e non sempre il fatto di avere il sonoro è un vantaggio). Il segreto del successo delle GIF sui social è dovuto alla combinazione giusta tra immagini fotografiche, animazione di breve durata e silenziosità: un mix che cattura l’attenzione, da gustarsi in pochi secondi e che non disturba con l’audio.
Una miniera di creatività
Per scoprire modi sempre nuovi di utilizzare spezzoni di film, brevi clip autoprodotte o animazioni create con le grafiche più varie basta visitare Tumblr. Le GIF hanno sempre il loro link dedicato nella barra in alto, tra gli argomenti popolari, perché ne vengono pubblicate ogni giorno un numero enorme.
Gli utenti hanno scoperto come creare animazioni e hanno iniziato a inondare la rete di spezzoni ipnotici, divertenti e creativi ricavati da discorsi politici, situazioni imbarazzanti, cartoon… magari aggiungendo sottotitoli umoristici o evidenziando sottintesi buffi.
Creare le proprie GIF è semplice, specie usando una delle molte web-app che permettono di realizzarle velocemente come GIFsoup, un convertitore che permette di creare le proprie GIF dai video di Youtube, e MakeAGif, che permette di creare la propria animazione a partire da una successione di foto, dalle immagini della webcam, da un video Youtube o di una telecamera.
In questi siti troviamo anche tanti esempi di come artisti, fotografi e creativi esplorino le potenzialità del formato per realizzare animazioni che ricordano le vecchie immagini stereoscopiche (Wigglegram) o loop che diventano virali in pochissimo tempo, ripresi e diffusi dagli utenti.
Tutti questi spunti possono essere ottimi punti di partenza per veicolare idee, storie e messaggi legati a un brand o a un prodotto in modo immediato, efficace e d’effetto.
Sui social networks, ricordiamoci che post accompagnati o costituiti da immagini hanno solitamente un maggiore engagement rispetto agli status esclusivamente testuali; le GIF hanno in più l’animazione, un elemento che cattura subito l’occhio appena si apre la schermata.
L’aumento dell’uso di GIF animate e della loro popolarità si nota anche dal fatto che, da qualche tempo, Google ha incluso le immagini animate tra i filtri disponibili della ricerca immagini. A parte poche eccezioni, se Big G mette l’occhio su qualcosa, lo fa a ragion veduta quindi, se ci capita di inserire delle GIF animate sul sito, valgono le regole di SEO comunemente usate per i file immagine:
- nome del file significativo (g123-89.gif NO, gatto-che-salta.gif SÍ);
- utilizzare l’attributo ALT (“Animazione gatto che salta”);
- utilizzare anche l’attributo TITLE;
- cercare di generare immagini non troppo pesanti, che non aumentino troppo il tempo di caricamento della pagina;
- inviare ai motori di ricerca la sitemap delle immagini